Potete vedere e QUI e scaricare le preghiere e le letture della messa domenicale.


Cristo il centro

Gesù la porta delle pecore (Gv 10,1-10)

In questo tempo di pandemia noi padri della parrocchia ci stiamo sbizzarrendo in cucina. Non siamo molto pratici ai fornelli ma riusciamo a cavarcela con i diversi ricettari che troviamo e con i video su YouTube. Stiamo facendo dei progressi!

Il problema ci si presenta quando abbiamo in mente una ricetta, apriamo il frigo per metterci all’opera e… non abbiamo gli ingredienti! C’è il rischio di andare in panico! Certo che una casalinga esperta si metterebbe a ridere di noi e ci direbbe semplicemente: “Fate qualcosa con ciò che avete nel frigo, che ci sono tante cose lì a disposizione con cui potreste fare degli ottimi piatti”. Ma per noi, poveri principianti, non è così semplice, la ricetta ci chiede determinati ingredienti che non abbiamo. E ora cosa facciamo? Non si mangia? Andiamo meglio al ristorante? Ma adesso sono chiusi…! Aiutooooo!

Alle volte potremmo avere simili situazioni anche nella nostra vita cristiana. Nella nostra tradizione abbiamo la messa, la comunione, l’adorazione eucaristica, le processioni, gli incontri di preghiera, ecc., e siamo ormai abituati a tutto questo. Arriva però la pandemia e c’è il rischio di andare in panico come quando noi padri non abbiamo in casa tutti gli ingredienti necessari: E ora cosa facciamo?  Senza la messa e la comunione siamo persi. La sospensione del catechismo, degli incontri biblici e di altre attività religiose e formative ci fa pensare che la nostra vita cristiana sia zoppa! 

Oggi Gesù nel Vangelo ci dice come possiamo noi cucinare un cristianesimo perfetto anche se non abbiamo tutti gli ingredienti a cui siamo abituati.

La porta dell’ovile

Questa quarta domenica di Pasqua è la domenica del Buon Pastore. Gesù ci parla nel Vangelo del recinto delle pecore, il luogo dove queste si trovano al sicuro, dove mangiano, dove si riposano e vengono coccolate dal Pastore.  Questo ovile è il nostro cristianesimo vissuto in profondità, il gregge di Gesù sono tutti i cristiani che vivono con Dio, si fidano della sua parola, lo amano e godono della sua compagnia. Dove c’è Dio c’è pace, c’è pienezza e gioia. 

Come entrare in questo ovile? Come riuscire ad avere un’amicizia intima con Dio? Finora abbiamo forse seguito solamente il ricettario: messe, comunioni, adorazioni, processioni, novene, ecc. e tutte quelle bellissime tradizioni cristiane tramandate dai nostri cari. Ora però in questo periodo ci troviamo carenti di tanti mezzi e c’è il rischio di pensare che non si possa vivere una vita cristiana piena. Gesù ci ricorda che se vogliamo entrare nell’intima comunione con Dio abbiamo solo una porta: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore». 

Sarebbe fantastico avere tutti gli ingredienti a cui siamo abituati, ma Gesù ci sta ripetendo oggi qual è l’ingrediente essenziale: Lui stesso. Durante questa pandemia molte famiglie hanno scoperto strade bellissime per mettersi in contatto con Gesù, così hanno assaggiato la bellezza e l’efficacia della preghiera in famiglia, della lettura spirituale, della meditazione. 

Continuiamo in questo cammino verso l’unione intima con Dio, scoprendo queste ricette alternative in attesa di poter andare a riprendere tutti gli ingredienti a cui siamo abituati, ma non dimentichiamo che ciò che importa è mantenere il contatto continuo con Gesù, Lui è l’unica porta per entrare nell’intima comunione con Dio.

Che i sacerdoti non si dimentichino mai di questo…

Questa domenica offre una bellissima opportunità per fare una preghiera speciale per tutti i vescovi, sacerdoti e persone coinvolte nell’azione pastorale della Chiesa. È facile dimenticare qual è la porta delle pecore. Alle volte possiamo preoccuparci tanto dei mezzi di pratica religiosa, della formazione, dell’aggregazione e dell’azione sociale da dimenticarci perché lo facciamo. 

Chi è coinvolto nella pastorale, sia sacerdote, consacrato o laico, non deve mai dimenticare che il nocciolo della vita cristiana è l’unione con Dio, che l’unica porta è Gesù e che tutto il resto deve girare intorno a Lui e in funzione di Lui. La pratica spirituale ci aiuta a unirci a lui, la formazione religiosa ci rende promotori e difensori della nostra fede, l’aggregazione ci spinge a vivere l’unione e la carità come famiglia di Dio e la nostra azione caritatevole è una manifestazione del nostro amore a Dio e al prossimo.

Preghiamo per le vocazioni

Questa domenica del Buon Pastore ricorre la 57ª giornata di preghiera per le vocazioni. La Chiesa ci invita a dedicare questa giornata a pregare perché ci siano più persone che abbiano il coraggio di dedicare la loro vita ad annunciare Gesù.

Tanti giovani buoni hanno dei bellissimi progetti di progresso, di trionfo, di benessere, ma anche di volontariato, di trasformazione della società; ma purtroppo pochi considerano la possibilità di dedicare la loro vita ad annunciare Gesù, a fare che le persone se ne innamorino e che si riempiano di Dio. 

Preghiamo perché il Signore smuova il loro cuore e che si rendano conto che vale veramente la pena dare la vita per Gesù; Lui non è l’ultima spiaggia per chi ha fallito in tutto, Lui è l’unico che non delude mai, è l’unico che ci può assicurare la vittoria finale, è l’unico che ci moltiplica per cento quel poco che riusciamo a dargli, Lui è l’unica porta per entrare in comunione con Dio. Annunciare Gesù non dovrebbe mai essere l’ultima scelta.

Questa domenica Gesù ci ricorda che Lui è l’unica porta per entrare in comunione con Dio. Possono mancarci i mezzi a cui siamo abituati, ma un cristiano autentico troverà sempre i mezzi per poter unirsi a Lui. In attesa di tornare alla messa, alla comunione e alle altre pratiche di pietà, continuiamo a vivere la nostra religiosità a casa nostra per essere sempre vicini a Gesù. 

Dedichiamo anche un momento di preghiera in famiglia per pregare per i sacerdoti e tutte le persone coinvolte nell’annuncio di Gesù, perché non si perdano nei mezzi ma che cerchino che le persone conoscano e amino Dio. 

Preghiamo anche perché il Signore muova il cuore dei giovani, perché considerino la possibilità di donare tutta la loro vita al Signore e non solo le briciole del loro tempo.